Spesso scelgo di recarmi qui perché l’ambiente mi aiuta a concentrarmi maggiormente rispetto a quando sono a casa. Nella mia abitazione ci sono numerose distrazioni: Dea Caraibica, Netflix, cibo, internet, musica… Troppe! Questo per me è il luogo ideale per lavorare ai miei articoli, in più rimane aperto fino alle 22 di sera ogni giorno permettendomi una flessibilità maggiore nell’organizzazione della giornata. Come avrete potuto leggere nella mia prima pubblicazione per Combo, dopo aver lanciato il dado a venti facce in Belgio, sono arrivato ad Amsterdam il 24 di ottobre, dove ho trascorso un mese decisivo per quelle che sarebbero state le mie scelte future.
La mattina del 25 ero già a Vercelli, avevo spolliciato tutta la notte. L’ultimo passaggio era stato una botta di culo, dalla Germania del sud fin quasi sotto casa. Credo “botta di culo” suoni particolarmente male scrivendo di autostop, un paio di volte parlando dei miei viaggi è capitato che qualche primate, sentendosi Ricky Gervais oppure David Chappelle, intervenisse con un suo act sui passaggi in cambio di prestazioni sessuali. Vi giuro, da farsela sotto dalle risate. Sono sarcastico!
Prima di questo ritorno, per me, era consuetudine fare rotta verso Milano, luogo che nei miei due anni precedenti di viaggi identificavo più di altri con l’idea di casa e famiglia. Era semplicemente un errore di aggiornamento, mi capitava spesso di entrare a casa di una ragazza che però non era la mia ragazza, dopo settembre per fortuna la cosa non si è più ripetuta.
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La mia camera è il mio tempio, ciò che mi piace particolarmente di questo luogo è: una grande libreria con almeno quattrocento libri, un’ampia scrivania su cui disegnare, un divano letto che mi permette di utilizzare lo spazio come fosse un soggiorno, un planisfero 197×120 centimetri dove segno tutti i luoghi in cui sono stato. Nonostante mi trovassi a casa non ero per niente in forma, mi stressava l’idea di non sapere quale fosse la causa del linfonodo gonfio nella parte destra del pube e perché mi sentissi fiacco. Ogni volta che ci sentiamo male dovremmo smetterla di cercare su google e andare direttamente da un medico. Autovalutazione: morte inevitabile!
Questo era il principale motivo del mio ritorno, però dato che ero in Italia ho colto l’occasione al volo per chiudere definitivamente un capitolo della mia vita andando a Milano a riprendermi tutti i miei averi. Il rapporto con i genitori della mia ex era rimasto così come l’avevamo lasciato. Mi hanno invitato a stare da loro un paio di giorni, l’arpia non c’era. Quei tre giorni passati in loro compagnia mi hanno rinvigorito nell’animo, sono due persone splendide di cui sento tutt’ora la mancanza. Avevo iniziato a sentirmi parte di un nucleo famigliare che però non era il mio. Le cene in loro compagnia, il riso al forno della domenica, aiutare la madre in lavanderia parlandole nel frattempo dei miei progetti di viaggio, andare nel cuore della notte al panificio di piazzale Cuoco, tornare a Vercelli ogni fine settimana per lavorare come Barman da Gino, erano tutti momenti di una quotidianità che in passato associavo a un’idea di casa, soprattutto quando ero in viaggio.
La terza notte a Milano ho fatto un salto a Trezzo sull’Adda, per il concerto di raccolta fondi per l’associazione Combo, un sacco di bella gente e tanta buona musica. Se il mio cuore non fosse già stato occupato forse mi sarei preso una cotta per la cantante dei Passerees, quando ha cantato White Rabbit dei Jefferson Airplane, che voce! Anche il cantante dei Bear J. Chips era carino, le ragazze del pubblico l’hanno inondato di reggiseni. Mi sono trattenuto dal lanciargli le mie mutande.
Tornare a casa per me è come andare in vacanza, viaggiare è la mia vita, il mio lavoro, la mia passione
Dopo una settimana passata a Vercelli mi ha finalmente raggiunto Rayline, la mia Dea Caraibica, faceva così freddo che era quasi impossibile farla uscire. Le uniche parole magiche che riuscivano a muoverla erano:
- Hey Baby! We go to Gino at Bar del Corso to eat some good focaccia! -
Tempo dieci minuti ed era pronta. Se mai vi capitasse di passare da Vercelli, dovete assolutamente andare al Bar del Corso e farvi fare un paGgino o una focaccia. La cosa che più mi era mancata di casa era il cibo, infatti mi sono rimesso in forma abbastanza in fretta e non ho dovuto neanche vedere poi così tanti medici. La cucina mediterranea e un ciclo di antibiotici sono bastati per la guarigione. Io e Rayline abbiamo passato praticamente due settimane a mangiare oltre che…
Tornare a casa per me è come andare in vacanza, viaggiare è la mia vita, il mio lavoro, la mia passione, è qualcosa che mi tiene sempre attivo, mentre a casa l’unica cosa che faccio è mangiare, bere, leggere, giocare ai videogiochi, passeggiare. Vercelli è la mia Itaca, ogni volta che leggo la poesia di Kostantin Kavafis quando lui fa riferimento ad Itaca a me viene in mente Vercelli. Io ci ritorno quando ho bisogno di rimettermi in sesto, come un pugile che alla fine del round ritorna all’angolo. Il viaggio è il mio incontro e credo che questo match durerà tantissimo tempo.
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.Kostantin Kavafis
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