Nella nostra società fallire è un peccato grave. Il fallimento non è considerato uno spunto di crescita e di miglioramento, ma una cicatrice nella propria storia personale, oppure una sciagura da evitare in ogni modo. L’obiettivo è sempre vincere, essere i migliori superando tutti a qualunque costo: i falliti non vincono mai, quindi non contano nulla. La sconfitta è un brivido gelido che percorre tutta la spina dorsale, dal coccige all’atlante; spesso accade dopo tanti sforzi, ma quasi mai a ciel sereno: tutti sappiamo che stiamo fallendo, ma la paura che capiti ci sovrasta talmente tanto che cerchiamo di ignorarne i sintomi, fingendo di essere invincibili. Eppure molte persone hanno fallito nella loro vita, in modi molto diversi, ma comunque simili, considerando gli effetti negativi sull’autostima personale. Continua a leggere…
Mi chiamo Simone Bordignon Ròżycki, sono metà italiano e metà polacco. Ho pianificato di vivere come un nomade per i prossimi dieci anni della mia vita, spostandomi di paese in paese e cercando lavoro, soprattutto come barman. Scrivo delle mie esperienze cercando di condividere la mia esistenza nei suoi aspetti più intimi. Questo diario sarà un possibile punto di condivisione, crescita, incontro e conoscenza tra me e voi lettori. Il resto lo scoprirete leggendo…
Hasta la vista chicos!
Mi chiamo Simone Bordignon Ròżycki, sono metà italiano e metà polacco. Ho pianificato di vivere come un nomade per i prossimi dieci anni della mia vita, spostandomi di paese in paese e cercando lavoro, soprattutto come barman. Scrivo delle mie esperienze cercando di condividere la mia esistenza nei suoi aspetti più intimi. Questo diario sarà un possibile punto di condivisione, crescita, incontro e conoscenza tra me e voi lettori. Il resto lo scoprirete leggendo…
Hasta la vista chicos!
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Mi chiamo Simone Bordignon Ròżycki, sono metà italiano e metà polacco. Ho pianificato di vivere come un nomade per i prossimi dieci anni della mia vita, spostandomi di paese in paese e cercando lavoro, soprattutto come barman. Scrivo delle mie esperienze cercando di condividere la mia esistenza nei suoi aspetti più intimi. Questo diario sarà un possibile punto di condivisione, crescita, incontro e conoscenza tra me e voi lettori. Il resto lo scoprirete leggendo…
Hasta la vista chicos!
Una guida per legislatori, genitori ed educatori indica la strada da percorrere per aiutare i più giovani a sviluppare una sessualità sana. Ed evidenzia qualche paradosso
Siamo tutti esseri sessuali. Fin dall’adolescenza. Una verità riconosciuta da tempo dai manuali di psicologia, ma spesso negata nei fatti, anche nelle società più avanzate. L’idea che i giovani abbiano pulsioni legittime e che abbiano diritto a svilupparle liberamente è un tabù in molti Paesi. E anche dove non lo è, gli ostacoli che impediscono agli adolescenti di vivere appieno la loro sessualità sono ancora numerosi. Per questo la no profit International Planned Parenthood Federation (IPPF) e l’Associazione Mondiale per la Salute Sessuale (WAS) hanno creato “Fulfil!”, un documento che sancisce il diritto dei giovani alla sessualità. L’obiettivo è aiutare legislatori, insegnanti e genitori a tradurlo in realtà senza rinunciare a proteggere i più giovani, cercando un equilibrio tra conoscenza dei rischi e tutela dei diritti.
Il 17 aprile avrà luogo il referendum contro le trivellazioni nei mari italiani. Si tratta di un referendum abrogativo – che cancella una norma – quindi per dire NO alle trivelle è necessario votare SÌ.
Il referendum ha una portata limitata (riguarda solo le trivelle entro le 12 miglia) ma secondo noi è molto importante per proteggere l’ambiente, mandare un segnale alle multinazionali del petrolio e indirizzare le politiche energetiche del governo verso un futuro 100% sostenibile.
Ecco 4 motivi per i quali è necessario votare SÌ.
In una stanza ci sono un prete, un imam e un rabbino. Sembra una barzelletta scadente e invece è l’inizio di una storia bellissima.
Siamo nel 2010, a Berlino, il rabbino Tovia Ben-Chorin, l’imam Kadir Sanci e il pastore protestante Gregor Hohberg si ritrovano intorno a un tavolo, al numero 53 di Friedrichsgracht, in pieno Mitte, il centro storico, per dare vita a un’idea folle, impossibile, ma splendidaContinua a leggere…
Foto: svolgimento del primo incontro, 3 Dicembre 2015.
Giovedì scorso, 3 Dicembre, abbiamo finalmente iniziato il progetto Think Together, un progetto che ci vedrà impegnati per 4 mesi con un percorso ispirazionale e divulgativo all’interno delle classi terze della scuola media J. & R. Kennedy di Inzago, piccolo comune alle porte di Milano.
Artwork: Papaya – Creative Atelier
Photo: Stefano Barzaghi
L’annuncio l’avevamo già dato in anteprima questa estate ma ora finalmente abbiamo anche l’ufficialità: Conversas è sbarcato anche a Milano!
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