INTRODUZIONE
Cos’è il progetto Think Together?
È un progetto scolastico realizzato dall’Associazione Combo Think Together, una realtà culturale no profit milanese, il cui scopo è contribuire al progresso della società umana attraverso la diffusione di valori fondamentali quali empatia, cultura ed ottimismo realista. L’obiettivo del progetto è quello di accrescere il senso critico delle nuove generazioni attraverso un percorso formativo composto da una serie di incontri tenuti nelle scuole, affrontando tematiche relative all’importanza di sognare, il rispetto di sé e degli altri, la consapevolezza di se stessi e delle proprie emozioni, la felicità e il rapporto con la società in cui viviamo.A giugno dello scorso anno, Combo ha dato il via alla fase di progettazione della seconda edizione del progetto, che attualmente si svolge alla scuola media J. & R. Kennedy di Inzago, e prevede quattro incontri con le classi terze (un altro progetto parallelo è attualmente in svolgimento con le classi prime della stessa scuola). Per tutte le informazioni riguardo l’Associazione, la struttura del progetto, e i risultati dello scorso anno, è possibile consultare le seguenti pagine:
Reportage 1: L’importanza di sognare
Reportage 2: Il rispetto di sé e degli altri
Pagina ufficiale del progetto Think Together
Articolo sulla nascita del progetto
IL TEMA: LE EMOZIONI
Qual è il tema su cui è stato sviluppato il terzo incontro? Com’è strutturato?
Il terzo incontro con le classi terze si è tenuto in data 20 marzo e 24 marzo 2017; il tema centrale tratta le Emozioni. Questo è senza dubbio l’incontro più particolare e caratterizzante dell’intero percorso, e del resto, il più apprezzato dai ragazzi fin dal primo anno di progetto, poiché permette loro di sperimentare direttamente con il corpo. Esso è interamente basato sulle emozioni, la comunicazione di esse mediante il corpo, e le relazioni che intercorrono fra queste due componenti. Per questa occasione abbiamo deciso di adottare un’impostazione e un metodo di confronto diverso da quello usato per le altre tematiche, scegliendo di sfruttare il grande potenziale e la versatilità di questo tema, optando per attività pratiche, ludiche e teatrali. Dopo una prima parte teorica, in cui abbiamo parlato dei principi teorici della comunicazione, del linguaggio, delle emozioni e dei sentimenti, abbiamo affrontato una serie di esercizi creati appositamente dalla nostra collaboratrice e insegnante di teatro, Nicol, con la quale abbiamo avuto modo di approfondire l’importante relazione che lega “ciò che avviene a livello della nostra mente”, la componente emotiva, e il modo in cui il corpo comunica queste informazioni all’esterno. Questa è una parte a cui teniamo particolarmente, perché ci permette di organizzare delle attività diverse dal solito, che ci consentono di approfondire argomenti piuttosto complessi, come i concetti di conoscenza di sé e vita all’interno della società, già affrontati e approfonditi in altre occasioni del nostro percorso. È stato di nostro particolare interesse focalizzarci sull’importanza di ascoltare il proprio corpo, di rispettarlo e valorizzarlo, oltre a capire in che modo funziona in relazione alla nostra componente emotiva, poiché senza di esso non potremmo sperimentare la vita e relazionarci con l’ambiente esterno.
Per questa occasione abbiamo deciso di adottare un’impostazione e un metodo di confronto diverso da quello usato per le altre tematiche, scegliendo di sfruttare il grande potenziale e la versatilità di questo tema, optando per attività pratiche, ludiche e teatrali.
Di seguito, vengono schematizzati i punti chiave su cui è stato sviluppato l’incontro, e il contenuto teorico degli esercizi pratici da noi proposti, in modo da fornire un’idea complessiva degli argomenti che abbiamo deciso di approfondire:
VERSO LA CONOSCENZA DEL PROPRIO CORPO E DELLE PROPRIE EMOZIONI
Comprendere il funzionamento del proprio corpo e imparare ad usarlo
La parte pratica di questo incontro consiste in una serie di esercizi ludici e teatrali, con una forte componente legata alla comunicazione, l’espressione dell’emotività, e il riconoscimento delle emozioni sul corpo dell’altra persona. Abbiamo iniziato con una fase di riscaldamento, dove si è spiegato in che modo avremmo “utilizzato il corpo” durante l’incontro e quali sarebbero stati gli obbiettivi delle nostre attività. Il riscaldamento, come base dell’attività fisica, è molto importante in qualsiasi tipo di contesto, perché prepara il corpo all’attività muscolare e ci da un primo indizio di come esso reagisce agli stimoli che vanno ad alterare il suo stato di equilibrio, in quella particolare situazione. Già dal primo anno di progetto, abbiamo riscontrato che i ragazzi, in alcuni casi, non hanno un livello di conoscenza della propria fisicità adeguata alla loro età, stentano a comprendere le vere potenzialità del loro corpo, non respirano adeguatamente e, inoltre, hanno “vergogna” ad usarlo.
Imparare ad osservare e capire le emozioni che il corpo trasmette, è un requisito importante per un corretto sviluppo dell’abilità empatica.
Sempre più studi e ricerche sostengono che l’uso prolungato dei dispositivi tecnologici e la sedentarietà delle attività quotidiane degli adolescenti che non praticano attività fisica, possono provocare problemi posturali, fisici e disturbi legati allo stress. In seguito, ci siamo concentrati sull’importanza della comunicazione non verbale come espressione primaria e inconscia del nostro stato d’animo, focalizzandoci sui modi in cui è possibile captare i segnali emotivi non verbali sul volto delle altre persone. D’altronde, basta pensare alla nostra esperienza quotidiana per rendersi conto che imparare ad osservare e capire le emozioni che il corpo trasmette, è un requisito importante per un corretto sviluppo dell’abilità empatica. Inoltre, lo scopo di questi esercizi è legato a far capire quali sono le dinamiche specifiche di alcuni tipi di contesti sociali caratteristici, come potrebbe essere quello tipico di una classe di ragazzi delle scuole medie, marcando sensibilmente quegli stati d’animo che più hanno bisogno di una presa di consapevolezza, come l’imbarazzo, la timidezza e il rapporto di fiducia con i compagni di classe.
Infine, particolare importanza è stata data alla “riscoperta dei sensi”, poiché essi sono i mezzi che ci permettono di interiorizzare e percepire il mondo esterno e ci forniscono “spiegazioni razionali” sul suo funzionamento. È estremamente interessante sperimentare con i propri sensi, per cercare di comprendere la loro funzione e l’importanza che essi ricoprono nel definire la “realtà” con cui entriamo in contatto. In mancanza di uno dei nostri sensi, ciò che normalmente percepiremmo con quello specifico recettore, dobbiamo essere in condizione di percepirlo con un altro meccanismo sensoriale, e ciò non è per niente semplice, perché dobbiamo riuscire ad ottenere lo stesso numero di informazioni che avremmo in una condizione di normalità. Questo è un ottimo esercizio, poiché mette in evidenza il collegamento fra corpo e mente, aiuta a capire in che modo il nostro corpo funziona e quanto esso sia specializzato. Gran parte della comunicazione avviene per via non verbale, cioè mediante gestualità, processi fisiologici, espressioni del volto e comportamenti inconsci, e allenare questi meccanismi può senz’altro favorire una comunicazione migliore fra noi e le altre persone.
APPROFONDIMENTO TEORICO DELL’INCONTRO
L’uomo e il suo rapporto con la società: l’intelligenza emotiva
Siamo davvero convinti di essere in grado di comprendere l’origine delle nostre emozioni, la complessità dei nostri stati d’animo, il nostro rapporto con essi e il modo in cui manifestiamo tutto ciò all’esterno? Riusciamo a leggere le emozioni sul corpo delle altre persone, quando vengono espresse mediate la gestualità, le espressioni facciali e la mimica del corpo? Abbiamo mai notato quando una persona che non conosciamo, e a cui non diamo importanza, sta soffrendo, è triste o manifesta gioia, senza che questa venga comunicata per via diretta? L’obbiettivo del nostro percorso di incontri, fin dal primo anno, è quello di provare a sviluppare il senso critico dei ragazzi più giovani di noi, mostrando loro l’importanza dell’auto-riflessione e della presa di consapevolezza di sé stessi in relazione alla società. Per questo motivo, il tema delle emozioni è centrale per gli scopi del nostro progetto, poiché è strettamente connesso con le tematiche fondamentali alla base del nostro percorso. La Conoscenza di sé, la motivazione, l’empatia e la socializzazione sono elementi che nascono dall’intelligenza umana, e sono quelli che probabilmente influenzano maggiormente la vita dell’uomo; per Daniel Goleman, infatti, questi rappresenterebbero alcuni dei “pilastri dell’Intelligenza emotiva” (Daniel Goleman, Emotional Intelligence, 1995).
La Conoscenza di sé, la motivazione, l’empatia e la socializzazione sono elementi che nascono dall’intelligenza umana, e sono quelli che probabilmente influenzano maggiormente la vita dell’uomo.
Quello che ci interessa maggiormente è indirizzare i ragazzi che stanno per accedere alle scuole superiori, verso un percorso interiore e graduale che li metta in condizione di provare a guardare all’interno del tessuto sociale in cui vivono, con un grado di consapevolezza maggiore, cosicché possano non fermarsi solamente al livello di comprensione più superficiale. “L’intelligenza è lo strumento che migliora la capacità umana di adattamento all’ambiente. Nel caso dell’intelligenza emotiva, comprendere le proprie emozioni ed intuire ciò che provano gli altri è un fattore adattivo fondamentale” (Daniele Trevisani, Self-Power. Psicologia della motivazione e della performance, Milano, 2014).
Troppo spesso si sente l’esigenza di riconsiderare l’educazione dei ragazzi, in modo che essi possano sviluppare appieno le proprie potenzialità: lo scopo è quello di puntare su quelle componenti dell’intelligenza dell’uomo, che fanno di lui un essere sociale, capace di guardare a se stesso come un “qualcosa di differente rispetto agli altri”, e allo stesso tempo, che rendano evidente che ci sono degli elementi essenziali che fanno di ogni uomo una parte di un insieme più esteso, cioè di una comunità, e di una società. Sulla base di questo principio, il nostro interesse per l’intero complesso psicologico-emotivo non si limita solamente all’insieme di attività neurofisiologiche di risposta a stimoli interni/esterni, ma è esteso anche all’importanza dell’individualità e del contesto culturale di riferimento, nell’interpretare e quindi nel vivere una determinata emozione.
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