Siamo tutti esseri sessuali. Fin dall’adolescenza. Una verità riconosciuta da tempo dai manuali di psicologia, ma spesso negata nei fatti, anche nelle società più avanzate. L’idea che i giovani abbiano pulsioni legittime e che abbiano diritto a svilupparle liberamente è un tabù in molti Paesi. E anche dove non lo è, gli ostacoli che impediscono agli adolescenti di vivere appieno la loro sessualità sono ancora numerosi. Per questo la no profit International Planned Parenthood Federation (IPPF) e l’Associazione Mondiale per la Salute Sessuale (WAS) hanno creato “Fulfil!”, un documento che sancisce il diritto dei giovani alla sessualità. L’obiettivo è aiutare legislatori, insegnanti e genitori a tradurlo in realtà senza rinunciare a proteggere i più giovani, cercando un equilibrio tra conoscenza dei rischi e tutela dei diritti.
La sessualità è regolamentata in modo molto stringente in molte aree del mondo. Di norma la legge riconosce il diritto di fare sesso solo dopo una soglia di età, che va dai 12 anni dell’Angola ai 21 del Bahrain. In tanti Paesi i rapporti tra persone dello stesso sesso sono proibiti per legge e la transessualità è un reato. Quasi ovunque, la sessualità dei disabili è considerata un tabù. Dove esiste, l’educazione sessuale dei ragazzi e delle ragazze è spesso incentrata sull’astinenza. Altrove, come da noi, la tendenza è quella di insistere più sui rischi – malattie, gravidanze indesiderate – che sulla consapevolezza di sé. In questo contesto per un adolescente non è facile esplorare la propria sessualità in modo sicuro e libero.
Eppure è proprio durante l’adolescenza che uomini e donne costruiscono le fondamenta della loro futura salute sessuale, riconosciuta come un diritto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. “I giovani – si legge in Fulfil! – hanno bisogni che vanno al di là della contraccezione e della protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili: come gli adulti, hanno desideri e fantasie. Per uno sviluppo salutare, hanno bisogno di esplorare, sperimentare ed esprimere la loro sessualità in modo piacevole, oltre che sicuro”. “Questo può accadere – chiosa il documento – solo se i loro diritti sessuali sono riconosciuti e garantiti”.
I giovani hanno bisogni che vanno al di là della contraccezione e della protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili: come gli adulti, hanno desideri e fantasie
Nella pratica, la strada indicata da Fulfil! comprende interventi legislativi, ma anche maggiori sforzi nella formazione degli operatori sanitari e degli educatori che lavorano ogni giorno a contatto con i giovani. I fondamenti teorici della guida affondano le loro radici negli obiettivi di sviluppo indicati dall’Onu nel 2015, ma anche nei principi stabiliti nella Convenzione dei diritti del fanciullo. In particolare, il concetto chiave riguarda la responsabilità: “Gli adolescenti – chiarisce il testo – sono individui dotati di diritti, capaci di prendere decisioni autonome sulla base delle loro capacità in continuo sviluppo: la loro protezione non dovrebbe tradursi in una restrizione della loro autonomia, ma nella promozione della stessa”.
Sono diverse le aree in cui Fulfil! propone di intervenire per raggiungere questi ambiziosi obiettivi. La prima riguarda la libertà di espressione sessuale. Per promuoverla, IPPF e WAS suggeriscono di ritoccare la legislazione sull’età a cui è consentito avere rapporti sessuali. “La criminalizzazione del sesso prima del raggiungimento della soglia anagrafica, soprattutto se le leggi non prevedono eccezioni per gli atti che occorrono tra adolescenti consenzienti – spiegano gli autori – non ha sempre l’effetto di proteggerli”. Al contrario, proibire equivale a costringere i giovani a sperimentare in segreto, tenendo nascosta la loro vita sessuale anche a coloro che potrebbero guidarli verso un cammino più consapevole e sicuro. Simili leggi rendono difficile per i giovani chiedere aiuto quando ne hanno bisogno, ad esempio quando temono di aver contratto malattie o di aver subito violenza: per paura di essere puniti potrebbero mettere a rischio la loro salute o la loro sicurezza. Lo stesso vale per le norme che criminalizzano omosessualità e transessualità.
Perché la libertà di espressione sessuale sia garantita a tutti, è necessario che tutti gli Stati implementino le linee guida della Convenzione dei diritti delle persone con disabilità, riconoscendo che anche i disabili sono “esseri sessuali”. L’educazione all’affettività nelle scuole dovrebbe essere scevra di giudizi morali e religiosi e abbracciare ogni tipo di sessualità, in modo da incoraggiare gli adolescenti a essere se stessi. Inculcare l’astinenza, ricorda Fulfil!, non funziona, anzi è dannoso. Molti studi (il più recente è del 2016) dimostrano che i ragazzi a cui vengono proposti programmi di educazione sessuale basati sull’idea che il sesso prematrimoniale sia sbagliato hanno un rischio maggiore di contrarre malattie e di incorrere in gravidanze non desiderate.
La guida raccomanda la rimozione di ogni barriera che potrebbe impedire loro di cercare la consulenza di un medico
Per tutelare al meglio la salute degli adolescenti sessualmente attivi, la guida raccomanda la rimozione di ogni barriera che potrebbe impedire loro di cercare la consulenza di un medico. Un esempio è la privacy: in molti Paesi i più giovani – e soprattutto le ragazze – non possono prendere decisioni rispetto alla loro salute senza l’approvazione dei genitori o, se sono già sposate, del marito. Se è vero che questo genere di norme nasce con l’intento di tutelare gli adolescenti, è vero anche che rischiano di avere effetti collaterali negativi: Fulfil! invita i legislatori a mettere a punto casistiche precise che permettano ai medici di sapere quando è necessario mettersi in contatto con i genitori e quando, invece, la privacy degli adolescenti deve essere tutelata. Un esempio classico è l’interruzione volontaria di gravidanza, che in molti Paesi, nel caso di ragazze minorenni, può essere portata a termine solo con l’autorizzazione dei tutori legali (succede anche in Italia).
Sforzi maggiori sono richiesti per la tutela dei ragazzi e delle ragazze dalla violenza sessuale: le leggi che puniscono chi abusa di loro esistono ovunque, ma non sempre sono adatte a proteggere i loro interessi e a volte ottengono risultati illogici. In Paesi come India, Yemen e Pakistan (volendone citare solo alcuni), le ragazze possono sposarsi molto giovani e il codice penale non riconosce la possibilità che ci sia stupro all’interno del matrimonio. Questo significa che le spose bambine (e non solo loro) possono essere violentate ripetutamente dal marito senza poter ricorrere in tribunale. In molti Paesi, in compenso, le leggi pensate per criminalizzare il possesso e la distribuzione di materiale pedopornografico finiscono col punire anche gli adolescenti che si mandano messaggi di natura sessuale – il cosiddetto sexting – tra di loro: succede negli Stati Uniti, ma anche in Gran Bretagna. Secondo IPPF e WAS, queste norme paradossali andrebbero ritoccate e gli sforzi di forze dell’ordine e legislatori dovrebbero concentrarsi su altro. Ad esempio sul fatto che la prostituzione minorile è ancora realtà in molti Stati: si stima che in tutto il mondo siamo 10 milioni i ragazzi e le ragazze costrette a compiere o subire atti sessuali. Fulfil! segnala anche l’importanza di assicurare maggiore tutela agli adolescenti omosessuali o transessuali e di lottare contro le mutilazioni genitali femminili, che mettono la salute di bambine e ragazze a rischio e, nel lungo termine, le privano del diritto di provare piacere durante i rapporti.
Fulfil! ha una prospettiva globale: al suo interno si trovano riferimenti a Stati moderni e secolarizzati, ma anche a Paesi in cui la religione gioca ancora un ruolo molto importante come collante della società. Di fronte a un quadro tanto complesso, generalizzare non è semplice. Quel che è certo, però, è che ovunque le leggi che riguardano la sessualità, e a maggior ragione quella dei più giovani, sono fatte per proibire più che per accompagnare all’autonomia. Conciliare l’esigenza di sicurezza e tutela dei più giovani con i loro diritti è una sfida non da poco: se le leggi del presente non sono all’altezza, è bene avere il coraggio di forgiarne di nuove.
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